A come Avventura,
B come Bravura,
C come Canaglia che con me verrà in questura,
D come Diamante,
E come Elefante,
F è il Furfante che in galera presto andrà.
Con G c’è tanta Gente,
con H non c’è niente,
ed Immediatamente alla L passerò:
L è L’animale,
M: Meno male,
N è Natale: tanti doni avrò.
O come Orso,
P come Pinocchio,
Q è Quel ranocchio che a cena mangerò.
R come Roma,
S come Strade,
T: Tutte le strade che a Roma porteranno.
Una bella storia
Vi ho raccontato,
Z ho tanto sonno e a dormire presto andrò.
Sotto le lenzuola tutte le parole fan mille capriole,
tanti sogni avrò.
Per mesi, nostra figlia si è calmata e addormentata soltanto cantandole questa canzoncina.
Abbiamo fatto viaggi di due ore, in auto, cantandola ininterrottamente: guidare (soprattutto la mamma) con un neonato urlante in macchina è più pericoloso di scattarsi selfie e scrivere messaggi. Per quanto uno stia attento alla strada, se dall’ovetto proviene un grido l’istinto prevale sulla ragione e per una frazione di secondo ci si gira a controllare il bebè.
Insomma, noi cantavamo. Siamo andati a una festa di laurea costringendo tutta la macchinata di parenti a cantare per quasi un’ora. Siamo andati al mare e in montagna cantando, cambiando la destinazione di tutte le strade che portano a… Abbiamo ninnato cantando, le notti interminabili dei dentini e del raffreddore e del misentocosìsolagenitoricorreteaconsolarmi. Se dovevamo parlarci, sostituivamo le parole senza interrompere il motivo.
Speriamo almeno che abbia imparato l’alfabeto.